Bruxismo è un termine che indica l’abitudine di stringere, serrare o digrignare i denti che avviene soprattutto durante il sonno, molto spesso inconsapevolmente da parte di chi lo pratica e solitamente nei momenti di maggiore stress o tensione.
Talvolta l’abitudine di digrignare i denti può essere praticata anche di giorno e in tal caso prende l’appellativo di “serramento”.
Il bruxismo è considerata una attività “parafunzionale” in quanto non è una delle funzioni che tutti i giorni ci troviamo a praticare come masticare, deglutire, mordere ecc… e un’ altra caratteristica peculiare è che molte delle persone che lo praticano non ne sono consapevoli fino a quando non riferiscono i danni che esso può provocare.
Sebbene le lesioni causate da bruxismo e serramento abbiano delle caratteristiche diverse queste interessano le stesse strutture come: denti, tessuti di supporto come l’osso dei mascellari, muscoli masticatori e articolazione temporo mandibolare.
Digrignare i denti causa a lungo termine un consumo degli stessi che poi trasmetteranno lo stress all’osso che li circonda, questo sottoposto a pressione potrebbe ridursi causando un aumento della mobilità dentale. Il bruxismo crea soprattutto un affaticamento della muscolatura masticatoria messa sotto pressione soprattutto di notte, che poi si può trasferire ai muscoli di spalle e collo; questo affaticamento si trasforma nel tempo in una dolenzia fino a creare con il tempo delle piccole contratture.
Tutto ciò può dare origine a dei mal di testa che si presentano soprattutto al risveglio.
Le forze che si esercitano durante gli episodi di bruxismo posso scaricarsi anche sulla articolazione temporo mandibolare che può diventare dolente, possono apparire rumori come schiocchi o addirittura limitazioni nella apertura della bocca. Questo rischio aumenta se in abbinamento a episodi di bruxismo è presente una malocclusione, quindi un ingranaggio dei denti superiori e inferiori non corretto.
Ma da cosa nasce il bruxismo?
In molti hanno cercato di rispondere a questa domanda e le teorie sono molteplici.
Una teoria sostiene che il bruxismo in presenza di una malocclusione sia un tentativo dell’organismo di eliminare i contatti non corretti, un’altra che considera il bruxismo
come la conseguenza di accumulo di stress e tensione.
Entrambe le ipotesi potrebbero essere corrette e sicuramente una componente emotiva è presente nello sviluppo di questa parafunzione, ma a prescindere dalla causa quello che è importante è cercare di controllarlo, evitando o riducendo i danni che può provocare in bocca.
Ci sono tecniche di rilassamento e meditazione come lo yoga che possono aiutare da un lato e dei dispositivi come il bite che possono aiutare a controllare gli episodi di digrignamento dall’altro. Il bite è un dispositivo rimovibile in resina trasparente che deve essere costruito sulla propria bocca e sul quale bisogna attuare delle modifiche nel corso del tempo in modo da far si che mano a mano che esso viene utilizzato i muscoli si rilassino e si eliminino le contratture. Pertanto è importante anche informare i pazienti che il bruxismo non viene curato o eliminato con il bite ma controllato in modo che questo non causi danni e in presenza di dolori non basta consegnare il dispositivo perché questi svaniscano ma è un lavoro più complesso che viene svolto dall’odontoiatra nel tempo attraverso le varie modifiche del bite stesso.
Questo tipo di terapia pertanto deve essere svolta da un odontoiatra esperto nel settore in modo da poter aiutare i pazienti, che in queste circostanze sono spesso dolenti e stanchi, in modo soddisfacente.